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Aprile 2020

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Con un documento presentato dalle alcune associazioni e reperibile sul sito certidiritti.org, proponiamo l’istituzione di misure di sostegno economico ai lavoratori sommersi del sex work, la regolarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori sessuali migranti, misure per fronteggiare l’emergenza abitativa delle e dei sex worker (e più generalmente le categorie senza fissa dimora), la sospensione delle sanzioni per il contenimento degli spostamenti ai soggetti che possono dimostrare di non poter ottemperare alle normative per cause forza maggiore, la liberazione per le persone recluse nei CPR.

Questa iniziativa è il modo per unirci all’appello dell’International Committee for the Rights of Sex workers in Europe (ICRSE) e di TAMPEP, la rete europea per i diritti dei/delle sex worker migranti che chiedono ai governi di tutta Europa misure concrete per chi vede aggravata la propria condizione di marginalità nella società.”

Firma anche tu l’appello


Il testo dell’appello

Alla C.A.
della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
dei componenti del Governo competenti,
dei Presidenti di Camera e Senato
degli onorevoli parlamentari della Repubblica.

OGGETTO: Misure a sostegno di lavoratrici e lavoratori sessuali

In questi giorni assistiamo alla straordinaria emergenza sanitaria che richiede al nostro Paese – e via-via all’intero pianeta – l’adozione di misure straordinarie volte a contrastare la diffusione del Coronavirus. L’adozione di tali misure emergenziali ha comportato gravi conseguenze economiche, oltre che sociali, per qualsiasi parte della popolazione. A fronte di questa situazione il Governo ha ritenuto indispensabile intervenire con il Decreto n. 18/2020, cosiddetto “Cura Italia”.

È nostra premura ricordare attraverso questo appello alcune categorie rimaste escluse dai sostegni contenuti nell’atto in questione: i lavoratori dei settori sommersi, con particolare riguardo ai lavoratori e alle lavoratrici del sesso, fra i quali molti sono migranti e alcune potenziali vittime di tratta. Il coronavirus ha gettato in crisi milioni di persone. Per le prostitute e i prostituti, costretti dalla criminalizzazione, dallo stigma e dalla discriminazione a vivere nell’ombra, la crisi è più nascosta e rende anche più drammatica la loro condizione. Gran parte del lavoro sessuale implica un contatto personale – esattamente ciò che non dovremmo fare se vogliamo che la diffusione del virus venga contenuta.

A tal fine le nostre associazioni si uniscono all’appello dell’International Committee for the Rights of Sex workers in Europe (ICRSE) e di TAMPEP, la rete europea per i diritti dei/delle sex workers migranti che chiedono ai governi di tutta Europa misure concrete per chi vede aggravata la propria condizione di marginalità nella società.

La chiusura o l’inaccessibilità di spazi di lavoro e l’impossibilità di accedere agli ammortizzatori sociali, determinano drastiche riduzioni di reddito per questi lavoratori, aumentando la loro esposizione al rischio e rendendo ancora più vulnerabile chi già subisce i più alti tassi di violenza.

Chiediamo al Governo e ai parlamentari di entrambe le Camere di prendere urgentemente in considerazione, nel pieno rispetto delle procedure democratiche, le seguenti raccomandazioni:

  • introdurre un sostegno finanziario di facile accesso per i/le sex worker: le misure finanziarie per il sostegno al reddito devono poter includere anche le persone che – per scelta politica del legislatore – si ritrovano ad esercitare in un contesto non tutelato dalla legge e privo di strumenti previdenziali;
  • garantire, in questo periodo di emergenza, la regolarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori sessuali migranti e l’inserimento nei centri di accoglienza a chi ne faccia richiesta;
  • sollecitare misure di liberazione per le persone recluse in virtù di misure legate alle politiche su immigrazione, al fine di limitare la diffusione del COVID-19 nelle strutture preposte (CPR);
  • adottare misure specifiche per l’emergenza abitativa riguardante i/le sex worker e più generalmente le categorie senza fissa dimora, in cui siano garantiti l’accesso alle misure di prevenzione ed eventualmente alle cure;
  • sospendere le sanzioni per il contenimento degli spostamenti ai soggetti che possono dimostrare di non poter ottemperare alle normative per cause forza maggiore, come nel caso degli ospiti di dormitori ai quali non è garantita la permanenza nelle strutture nelle ore diurne.

A queste raccomandazioni uniamo l’invito a valorizzare ulteriormente il lavoro capillare delle unità di strada afferenti alla rete antitratta che già operano instancabilmente e che in questa fase si ritrovano a fronteggiare, in solitudine, una situazione senza precedenti nella storia recente.

Ai nostri più cordiali saluti uniamo i doverosi auguri di buon lavoro in questa fase complicata per il Paese,

Associazione Radicale Certi Diritti
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute ONLUS

ACT Associazione Consultorio Transgenere, Viareggio
Associazione Free Woman, Ancona
Associazione Luce Onlus, Abbiategrasso
Associazione Mimosa, Padova
CAT Coop. Sociale Onlus, Firenze
Centro Donna Giustizia, Ferrara

Dedalus Coop. Sociale, Napoli
Equality Coop. Sociale, Padova
Mimosa, Padova

MIT – Movimento Identità Transessuale, Bologna
Ora d’Aria, Roma

Piam-Onlus, Asti
Progetto Tenda, Torino
Proxima Coop. Sociale, Ragusa
Tampep Onlus, Torino